
“Qui tutto andrà a intrecciarsi: il bonsai, che racchiude lo spirito della natura; la ceramica, che racconta l’arte della trasformazione; il suiseki, che accoglie nella sua durezza la forza della montagna; il giardino, che è un respiro sospeso tra cielo e terra; le koi, che nuotano nei sogni di chi le guarda; e gli haiku, frammenti di poesia, attimi di silenzio e bellezza.”
Di tutto questo e di molto altro si legge in questo libro emozionante.
È proprio con la parola “emozione” che vorrei dare una definizione. La mia, provata quando ho saputo della pubblicazione, quella di quando l’ho letto, quella di Carlo Scafuri quando ne ha parlato, sia con gli amici, che in pubblico in veste di moderatore alle presentazioni del libro e infine quella dei lettori. Inoltre l’emozione di Tiberio che traspare dai suoi racconti.

Il filo conduttore è il viaggio in Giappone dove una televisione di Tokyo ha girato un docufilm sull’incontro tra un vasaio italiano e un grande maestro vasaio giapponese. Le antiche arti giapponesi si stanno perdendo, perché i giovani non si interessano a conservare le tradizioni. Per portare l’attenzione delle nuove generazioni su questo problema, hanno documentato la passione di un occidentale che vuole apprendere una antica arte.
Tiberio scrive di sé: “…non sono solo un turista che visita un Paese lontano, sono qualcuno che sta per entrare nel cuore di un mondo che ha studiato, immaginato e cercato di comprendere per anni.”
Una delle caratteristiche della sua scrittura è la semplicità. Sembra di sentire la sua voce che racconta le sue esperienze agli amici, con la sua voce profonda, calma e lenta con una leggera inflessione campana, che la rende ancora più piacevole.
Altro elemento che rende la lettura interessante e sorprendente è la presenza di numerosi flashback durante il racconto, che riportano indietro all’infanzia dello scrittore o ad altre esperienze vissute. Il salto temporale alleggerisce e completa la narrazione. Il risultato è la conoscenza di una personalità complessa, ma generosa.
L’esperienza vissuta dall’autore scorre in un alternarsi di forti sensazioni, in particolare durante gli incontri con personaggi quasi mitici della cultura giapponese.
Riesce a descrivere la sensazione di incredulità quando incontra il grande maestro bonsaista Masahiko Kimura, il quale dispensa consigli sull’abbinamento del vaso e del bonsai che devono essere un’unità inseparabile.

Altra esperienza fortemente formativa l’incontro con il maestro Seiji Morimae esperto di bonsai, suiseki, giardini e altro, l’eleganza e la raffinatezza del suo giardino ha colpito l’autore. Il maestro Morimae riporta la sua filosofia estetica in ogni cosa e incontrarlo è sicuramente un grande onore.
L’incontro con il maestro vasaio Nakano Gyozan e la collaborazione nel suo laboratorio coronano la storia e l’avventura di Tiberio, lasciando però il lettore commosso e colpito dal rapporto quasi familiare che si è instaurato, e dispiaciuto della partenza dal Giappone.
A completamento nel libro si trovano le eleganti calligrafie di Francesco Morra, un giovane ma esperto Maestro di Shodō. La lettura è piacevolmente accompagnata dalle bellissime foto di Matteo Elio Fedele, che con la sua tecnica ed esperienza, ha saputo cogliere l’essenza del protagonista, in armonia con il racconto.
Consiglio la lettura di questo libro sia a chi ama le arti giapponesi, ma anche a chi ha voglia di leggere un racconto leggero a volte emozionante, a volte divertente e che ci fa conoscere meglio un artista italiano contemporaneo e moderno, che ha uno sguardo rivolto al passato per portare con sé il meglio della propria storia.
foto © Mattia Elio Fedele, Marco Cucciniello, Garden Floridea
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3 Responses
Un immenso onore aver potuto camminare insieme a Tiberio in questa meravigliosa opera . 🙏🙏🙏🙏🙏
Caro Elio, complimenti ancora per le tue foto: hanno colto in modo mirabile le caratteristiche e lo spirito di Tiberio.
Troppo buono Carlo, un abbraccio forte
Elio