Emilio Capozza

Decennale รจ l’amicizia che mi lega ad Emilio, e quale miglior persona da intervistare per dare il via all’ampliamento dei contenuti sin qui proposti in TAKUMI lifestyle?! Intervistare un amico non รจ una cosa semplice, il rischio รจ quello di perdere obiettivitร , essere scontati o, invece, di strafare sottolineandone in maniera troppo entusiastica i pregi.
Istruttore IBS di Bonsai nonchรฉ affermato suisekista, Emilio รจ stato per anni alla guida dell’Unione Bonsaisti Italiani confermando d’essere un uomo pragmatico, lungimirante e volto all’unitร dell’intero movimento.
Un grande e sentito grazie ad Emilio per la sua disponibilitร e… buona lettura.
Chi รจ Emilio nella vita privata?
โLa risposta a questa domanda non รจ semplice, non affatto ovvia e scontata. Come tutti credo di avere tante sfaccettature.
โPenso di essere una persona normale, un marito, un uomo che lavora e cerca di fare il suo meglio per non deludere mai nessuno. Amante dei propri animali, dapprima cani (Bulldog Inglesi) ed ora gatti (Sphinx), e di tanti altri hobby (bonsai, suiseki, fotografia, giardinaggio eccโฆ) che, purtroppo, sono sempre di piรน del tempo che vi ci si puรฒ dedicare. Per poter fare tutto quello che vorrei, mi ci vorrebbero giorni di almeno 36 ore.

โMetto tanta passione ed impegno in tutto ciรฒ che faccio. Non mi piace fare le cose tanto per farle, e cerco sempre di informarmi prima di fare qualcosa di nuovo.
โHo iniziato il bonsai come molte altre passioni. Da subito mia moglie sperava fosse una cosa passeggera ma, ahimรจ, ora sono passati quasi venti anni ed ancora non lโho abbandonata, anzi trovo sempre nuovi stimoli a proseguire.
โHo un giardino, che mi impegna e mi affatica moltissimo, di cui vado veramente fiero.
Quando e come รจ nata la tua passione per il bonsai e per il suiseki?
Come tutte le cose รจ nata per scherzo. Alla fine degli anni โ90 un collega di lavoro, per curare un boschetto di olmi, lo ha portato in caserma, ed io per curiositร ho iniziato ad approfondire la conoscenza su questa strana forma di coltivazione. Guardandolo tutti i giorni, me ne innamorai e lo compraiโฆ fu lโinizio di tutto.
โNe rimasi ammaliato come per magia. Iniziai a cercare se vi fossero altri appassionati come me. โDa lรฌ a poco fondai un piccolo club, che non ebbe lunga vita, ma fu un trampolino di lancio per la mia esperienza nel mondo dellโassociazionismo.
โIniziai a conoscere e frequentare affermati istruttori – uno fra tutti Stefano Frisoni – che mi hanno accompagnato per mano nel periglioso e poliedrico mondo del Bonsai e dei suoi componenti.
Quanto e in che misura il bonsai (e la cultura giapponese in generale) ha cambiato la tua vita?
Lโapprofondimento della conoscenza del mondo orientale ha completamente modificato il mio modo di vedere le cose, la mia vita e, per un discreto periodo, cambiato le mie abitudini alimentari.
Il cambiamento piรน radicale รจ stato lโimpossibilitร di abbandonare casa (anche per brevi periodi) nelle stagioni piรน delicate per le piante. Ovveroโฆ addio ferie.
โDapprima ho iniziato a conoscere la parte della gestione, impostazione e cura dei bonsai, poi il suiseki. Da li a poco ho sentito la necessita di approfondire lโampio mondo delle esposizioni in stile classico orientale, i tempai, la calligrafia, la cultura, la scrittura e la lingua giapponeseโฆ insomma un modo a me ignoto.
โPiรน credevo di conoscere, piรน mi rendevo conto di averne scalfito la superficie ed averne appreso solo qualche concetto che ancora non avevo fatto mio.
โLa riprova lโho avuta quando ho cercato di avvicinarmi allโapprendimento della scrittura e lettura della lingua giapponese.
โLa fortuna volle che riuscii a conoscere una ragazza giapponese che abitava proprio a Revenna ed era disposta a farmi lezioni. Da subito mi resi conto di quanto potesse essere complicato ragionare come un popolo con una cultura ed una storia cosรฌ diverse da noi.
Negli ultimi anni sei diventato un attivo promotore del suiseki. Cosa ti affascina e spinge alla diffusione di questa arte?
Fin dalle mie primissime mostre importanti (Giareda 2004 ed Arco 2005) rimasi altrettanto affascinato dalla forma bizzarra che poteva assumere una pietra.
Per anni ho coltivato una forte curiositร fino al momento in cui ho realizzato che, se si voleva appieno comprendere una delle arti fini giapponesi come il Bonsai, non si poteva tollerare di non conoscere altrettanto bene una disciplina cosรฌ affine some il Suiseki.

Da lรฌ ho iniziato ad approfondire la mia poca conoscenza tramite persone squisite a cui devo molto, come Luciana Queirolo, Marino Nikpal, Gian Luigi Enny, Felice Colombari e molti altri che mi hanno trasmesso una passione profonda e sana, passione che mi ha permesso di migliorarmi ed accrescere il mio bagaglio culturale (mai completo).

โIl suiseki, in particolare le immagini antropomorfiche delle pietre oggetto, mi affascinano particolarmente e verso le quali nutro una passione profonda.
Guardando le foto che spesso condividi sui social, non si puรฒ non restare incantati dal tuo giardino. Quanto รจ importante per un bonsaista averne uno proprio?
โSono felice che qualcuno apprezzi il frutto delle mie fatiche. Posso dire senza paura di essere smentito che il mio lavoro principale รจ stato, รจ e sarร la cura del mio modesto giardino.
In stile allโinglese, con un tema ricorrente di ciottoli del trentino e graminacee disseminate un poโ ovunque, รจ motivo per me – e per chi me lo ha improntato – di estremo orgoglio. Circa dieci anni fa รจ iniziata lโavventura. Ho sempre sognato, e mia moglie con me, di avere una casa con un grande giardino.
Acquistata la prima, una volta terminato il trasloco e gestite tutte le emergenze intuibili, ho iniziato a lavorare per rendere piacevole la parte esterna. Sono ricorso allโausilio di un professionista del settore che, perรฒ, avrebbe dovuto avere la giusta sensibilitร ed esperienza, per integrare una porzione dedicata ai miei alberi in miniatura.
โQuesta persona รจ stata Federico Springolo che, per giorni e con attrezzature pesanti, ha rivoluzionato completamente il mio giardino ed ha improntato lโossatura di quello che ora รจ diventato.
La parte riservata ai bonsai รจ di circa 100 mq perfettamente integrati nella totalitร delle aree verdi ed aiuole fiorite.
โDico sempre a chi mi viene a trovare che il bonsai non รจ per tutti per piรน motivi:
โ Risorsa economica
โ Tempo da dedicarci
โ Spazio
โLโultimo punto รจ la risposta a questa domanda. Avere un giardino ti permette di avere un ambiente naturale ove le tue piante possono essere gestite e curate al meglio, questo senza dimenticare il fascino che si ottiene da un ambiente armonioso in stile orientale che si sposa perfettamente in un giardino in una campagna della Romagna.
Tutti gli ospiti che per la prima volta entrano a casa mia dapprima fanno mille meraviglie delle aiuole fiorite e poi restano incantati dalla parte dei bonsai.

Consigliere prima, Presidente poi. Il tuo impegno in UBI รจ stato tanto delicato quanto importante. Cosa ha rappresentato per te questa lunga esperienza?
Lunga ma non tanto quanto avrei voluto, la mia esperienza nel mondo della โpolitica del bonsaiโ (come dico io) รจ durata un intero mandato in cui ho girato tutta Italia per cercare di conoscere quante piรน realtร possibili.
โQuesta esperienza che, a ripensarci rievoca bellissimi ricordi, รจ stata fondamentale per capire appieno cosa il Bonsai rappresenta, e come la sua visione possa avere un filo comune che unisce tutta lโItalia, ma che viene in cosรฌ tanti e diversi modi percorsa.
La mia esperienza รจ durata un intero mandato come consigliere, periodo in cui ho conosciuto personaggi importantissimi e carismatici del mondo del Bonsai, ne cito solo alcuni altrimenti questa intervista diventerebbe un infinito elenchi di nomi.
โNel mio pellegrinare in Italia da Nord a Sud mi ha dato lโopportunitร di conoscere persone uniche come Gabriele Sbaraini, Giancarlo Pezzoni, Antonio Morri, Enrico Sallusti, Franco la Rosa, Vanni Bandelli. Uomini che con il loro lavoro, passione e dedizione, hanno portato avanti realtร importantissime che sono la nervatura di tutto il movimento.
โAltre realtร e la necessitร di relazionarsi obbligatoriamente con persone che hanno costruito e dettato le mode e lo stile del Bonsai Italiano, come Salvatore Liporace, Sandro Senieri, Alfiero Suardi, Patrizio Fermani, Michele Andolfo e tantissimi altri.
โEcco, in conclusione a quanto detto, posso riassumere la mia esperienza nel seguente concetto: tutte le persone che ho incontrato, con cui mi sono relazionato, che hanno interagito con me, hanno contribuito alla formazione del mio bagaglio e a rendermi quello che ora sono. Alcuni mi hanno ispirato cosa volevo fare nel mio percorso Bonsai, altri quello che non volevo e assolutamente non mi piaceva fare.
Alla frammentazione e divisione dei vari gruppi, ti sei sempre contraddistinto per il tuo ideale di apertura ed unitร . Puoi raccontarci questo tuo punto di vista?
Ho sempre pensato che lโunione fa la forza. Per anni, nel mio incarico nel direttivo, ho ritenuto indispensabile avere unโapertura completa alle diverse realtร che sono parte attiva del complesso mondo del Bonsai.
โTante parti compongono la torta, le realtร didattiche, associative e di divulgazione ecc. ecc.
โUno dei primi obiettivi รจ stato quello che confrontare le emergenti realtร dei social, strumento mediatico molto trainante nellโera moderna.
โSecondo obiettivo, quello di cercare un punto di incontro tra le piรน importati realtร nazionali: UBI โ AIAS โ Crespi โ Scuola dโArte Bonsai
โTerzo, dare spazio a chi rappresentava importanti realtร locali come Coordinamenti e grandi Club.
โOvviamente una goccia nel mare ma che, con calma, stava raccogliendo i suoi frutti concentrando tutto nel vero momento associativo che era il congresso nazionale.
โNon ci sono soluzioni facili e nessuno ha la bacchetta magica. Credo che solo la coerenza, lโimpegno e una grande visione finalizzata ad innalzare il movimento a qualcosa di piรน alto possa permettere a tutto il resto di confluirvi allโinterno.

Quanto รจ importante lโassociazionismo per la nostra nicchia di appassionati, e quali sono le strade che dovrebbero intraprendere le realtร locali e quali quelle nazionali?
ร doveroso fare una premessa. Il momento storico che stiamo vivendo negli ultimi anni (e non mi riferisco solo agli ultimi avvenimenti collegati alla diffusione della pandemia) non rendono sicuramente propizio il momento di dedicarsi ad hobby o attivitร ludiche.
Tutti viviamo una sensazione di estrema incertezza e di ristrettezze che rendono tutto piรน complicato. Comunque, una parte di questa risposta รจ giร in quella precedente.
โCredo sia fondamentale e necessaria la presenza di una figura, una importante Associazione, che si faccia carico di divenire fulcro di tutto e polo traente.
Come si chiami poco importa, perchรฉ non sono le sigle che fanno grande un gruppo ma chi ne fa parte. Lโimportante รจ che abbia come scopo quello di creare un polo centrante per le discipline affini le quali devono avere un punto di riferimento che si occupi di dirimere le inevitabili posizioni di attrito.
Provvedere a dare coerenza, essere esempio di correttezza, dare continuitร alle iniziative, pensare a creare percorsi stabili che portino lโintero movimento a progredire.
โStabilire competenze, dettare regole generali, fare in modo che queste regole vengano rispettate, che dia chiarezza e trasparenza, e che possa stilare calendari che diano ordine in un mondo poliedrico fatto da miriadi di realtร piรน o meno grandi.
Tutto questo si puรฒ fare, il cammino รจ difficile e tortuoso, perรฒ puรฒ essere raggiunto.
Il Coronavirus ha cambiato quelle che erano le nostre abitudini, nonchรฉ stravolto il modo in cui potevamo confrontarci e condividere la nostra passione, in primis annullando tutte le manifestazioni. Credi si potrร ritornare a quel tipo di fruizione, o ci sarร qualche cambiamento radicale?
Purtroppo non sono in grado di dire quello che sarร , in ogni caso sarร diverso, forse migliore, forse dovremo arrenderci allโevidenza di un mondo in cui i rapporti sociali dovranno essere โdistanziatiโ… non so dire.
โCredo perรฒ che sia un peccato perdere anni di storia in cui il percorso รจ stato certificato ed in cui lโItalia ha lasciato un segno di quella che รจ lโevoluzione del bonsai.
Pochi altri paese hanno un patrimonio documentale come il nostro, e questo va difeso, e se possibile, perpetrato.
โLa speranza รจ sicuramente che si possa tornare il prima possibile alla normalitร , o ad una nuova normalitร che ci permetta perรฒ di avere un tenore di vita paragonabile al precedente.
Prima di salutarci, cosa ti sentiresti di consigliare a chi si approccia al mondo del bonsai e/o del suiseki?
โInnanzitutto voglio ringraziate te per avermi dato lโoccasione di poter esprimere il mio modesto punto di vista. Sei una figura che rispetto molto e che apprezzo per lโimpegno e la dedizione che riversi nelle cose che fai. Mi sento molto affine come atteggiamento.โ
Dico che bisogna fare di necessitร virtรน e sfruttare il tempo che abbiamo per approfondire e studiare quello che il bonsai รจ e rappresenta.โ

La parte culturale ed emotiva sono fondamentali per chi vuole praticare come si deve questa nobile arte.
Non essere autodidatti, confrontarsi con chiunque, e da chiunque cercare di apprendere qualcosa. Usare la propria testa ragionando sulle cose e avvalersi della competenza di chi da tanti anni fa seriamente Bonsai e Suiseki. Ci sono diversi seri professionisti in Italia.
Se si abbraccia la Dล la propria vita cambia. La mia lo ha fatto. Sono felice del percorso che ho fatto e spero che molti altri facciano meglio di me.
Grazie a tutti e buon Bonsai.
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