L’incanto delle ortensie tra zen e poesia

TAKUMI - L'incanto delle ortensie tra zen e poesia - Carlo Scafuri


Tra la fine di maggio e l’inizio di luglio, quando le nuvole si posano sulle colline del Giappone e la pioggia cade lieve e costante come una carezza sul muschio, il Paese si tinge dei toni vibranti e mutevoli dell’ajisai (紫陽花) – l’ortensia.

Questa stagione, conosciuta come tsuyu (梅雨), la “pioggia delle prugne”, è spesso associata a malinconia e introspezione. Ma proprio in questo tempo sospeso, la natura giapponese ci sorprende con una delle sue più delicate magie: l’esplosione delle ortensie in fiore, che non solo colorano i giardini e i sentieri, ma risvegliano antiche memorie spirituali e racconti culturali profondamente radicati.

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Ortensie in Giappone: una storia che profuma di pioggia

Introdotta in Giappone nel periodo Nara (VIII secolo), l’ortensia è diventata con il tempo un fiore simbolo della stagione delle piogge. Il suo nome giapponese, ajisai, è composto da caratteri che possono essere tradotti poeticamente come “fiore del sole viola”, anche se le tonalità delle ortensie possono variare dal bianco al blu intenso, al rosa acceso, mutando in base al pH del terreno.

Nella cultura giapponese, questa mutevolezza ha reso l’ortensia uno dei simboli della transitorietà delle emozioni, dell’impermanenza e della gratitudine silenziosa – valori profondamente legati alla filosofia Zen e alla spiritualità del wabi-sabi.

Il Tempio delle Ortensie a Kamakura – Meigetsu-in

In cima a ogni lista per gli amanti dell’ajisai c’è senza dubbio il Meigetsu-in (明月院) di Kamakura, conosciuto poeticamente come Ajisaidera (紫陽花寺), il Tempio delle Ortensie. Fondato nel XII secolo, il Meigetsu-in è oggi celebre per le sue oltre 2.500 piante di ortensia che trasformano il tempio in un mare blu e viola durante il mese di giugno.

Passeggiare lungo il sentiero di pietra che porta al cancello principale, sotto le fronde gocciolanti e circondati da fiori lucenti di pioggia, è un’esperienza che va oltre il visivo: è un viaggio interiore, un invito al silenzio e alla contemplazione.

Il celebre “cerchio della luna” – la finestra rotonda che incornicia perfettamente il giardino zen interno – diventa in questo periodo un portale tra mondi, dove il tempo sembra rallentare e ogni goccia d’acqua è parte di un’antica preghiera.

Ajisai Matsuri – I Festival dell’Ortensia

In tutto il Giappone, giugno è il mese dei Festival dell’Ortensia (Ajisai Matsuri 紫陽花祭り). Da Hakone a Kyoto, da Hase-dera a Osaka, ogni città e tempio con ortensie organizza eventi speciali per celebrare questa fioritura effimera.

Al Hasedera di Kamakura, altro luogo incantato noto per le sue oltre 40 varietà di ortensia, migliaia di visitatori percorrono il sentiero collinare fiancheggiato da fiori, sorvegliati da statue di Jizō e immersi in un’atmosfera di pace e spiritualità.

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Altri celebri festival sono:

  • Hakusan Shrine, a Tokyo, con oltre 3.000 cespugli in fiore.
  • Unshoji Temple, ad Akita, famoso per le sue ortensie azzurre a perdita d’occhio.
  • Yatadera, a Nara, noto come uno dei templi più ricchi di varietà di ajisai.

L’ortensia come pratica spirituale

Nel mondo bonsai o nei giardini tradizionali giapponesi, coltivare un’ortensia è un gesto che ha valore estetico ma anche meditativo. Ogni cespuglio richiede osservazione, ascolto, attenzione ai dettagli – qualità vicine al cuore di chi pratica discipline come la cerimonia del tè o l’ikebana.

Inoltre, la capacità dell’ajisai di cambiare colore nel tempo è vista come una metafora della trasformazione dell’anima, della maturazione emotiva e del potere silenzioso dell’adattamento.

Un fiore dell’anima mutevole

Oggi regalare un’ortensia significa esprimere gratitudine, ma anche chiedere perdono per sentimenti contraddittori. È come se il fiore stesso portasse il peso della nostra umanità, fatta di emozioni fluide, silenzi, cambi di rotta.

Per chi vive la cultura giapponese con sensibilità, visitare l’Ajisaidera, o un altro giardino d’ortensie, non è un semplice evento stagionale, è un rito lento, un invito a lasciarsi toccare dalla bellezza imperfetta del presente.

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L’ajisai come Via del cuore

Nel cuore della stagione delle piogge, quando il cielo si fa basso e le ortensie esplodono in colori malinconici, il Giappone ci ricorda che anche i giorni grigi sono pieni di bellezza, che il silenzio della pioggia è una forma di preghiera, e che ogni fiore che sboccia è un piccolo risveglio.

Il semplice camminare tra le ortensie lasciandosi avvolgere dal profumo dell’umidità e dal fruscio delle foglie, è di per sé un modo per ritrovare sé stessi nel Vuoto, in quel momento sospeso che solo il Giappone sa offrire.

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