Ganesha, il grande dio delle piccole cose

TAKUMI lifestyle - Ganesha cover

Mi trovavo a Bangalore, stavo camminando al fianco del mio insegnate di filosofia vedica. Era già buio ed eravamo piuttosto tristi e sfiduciati. Eravamo di ritorno dall’Ashram (Āśrama) in Kerala dove avevo avuto l’onore di accedere come studente dei “sapienti”.

Avevamo trascorso delle settimane di profonda armonia interiore immersi nello studio e nelle pratiche, accompagnati da un clima di forte spiritualità e sostenuti da un cibo semplice e nutriente (il migliore che avessi mai mangiato in India). Trovavamo assai difficile essere sbalzati in poche ore in una città caotica, rumorosa e piena di cemento come sono le grandi metropoli.

Mentre camminavamo in silenzio alla ricerca della strada giusta per tornare al nostro alloggio, il mio insegnante espresse ad alta voce il disagio che stava provando e il dolore nel notare come in un paese di così antica spiritualità, in una città del genere, nessuno apparentemente pensasse a Dio.

Era chiaro che in quel momento il suo desiderio di riconnessione col Divino fosse un’esigenza impellente. Svoltammo l’angolo e poi girammo in un’altra strada e, completamente ignari dell’esistenza, ci ritrovammo davanti ad un piccolo tempio dedicato al dio Ganesha (Gaṇeśa).

Fortuna volle che proprio in quel momento il sacerdote stava per iniziare la Pooja (Pūjā è il rituale devozionale accompagnato da una precisa liturgia che può includere canti, offertorio e preghiere) a cui riuscimmo a partecipare.

Invocammo Lord Ganesha ad aiutarci a superare le difficoltà che stavamo vivendo e ad accompagnarci nei giorni a venire nel nostro rientro in Europa.

L’Induismo

Per chi è cresciuto in una tradizione religiosa monoteista potrebbe essere difficile comprendere o avere confidenza con una tradizione differente. All’inizio io stessa ho avuto resistenza a questo approccio soprattutto perché non lo capivo, l’Induismo mi sembrava una tradizione assai lontana dalle mie abitudini.

Ci sono voluti anni, letture e molto ascolto per far si che questa antica tradizione (più precisamente sono tremila anni di tradizioni filosofiche vediche – sei in realtà – racchiuse sotto il termine “induismo” coniato in età moderna per racchiuderle tutte) trovasse accoglienza in me.

Conoscere l’Induismo per chi non è nato in questa tradizione è una grande sfida, ma a piccoli passi si possono apprendere cose interessanti.

TAKUMI lifestyle - Ganesha 1

Anche se non si è mai stati in India, è immagine assai nota il puntino rosso sulla fronte in mezzo alle sopracciglia che già di primo mattino ogni indiano mostra, perché la prima cosa che fa prima di iniziare la giornata è pregare.

Questa consuetudine si ripropone quotidianamente ed ovunque ci si trovi. In ogni casa, ma anche ad ogni ingresso di condominio, posto di lavoro o tempio, si incontra la statua del dio Ganesha. È una figura che si ricorda facilmente e con simpatia poiché rappresentata da un uomo panciuto con la testa di elefante.

TAKUMI lifestyle - Ganesha 2

Questa inusuale figura ha un forte simbolismo per il popolo induista: è colui che rimuovere gli ostacoli. Gli ostacoli possono essere di varia natura, legati al lavoro o alle problematiche familiari, provenienti da difficoltà economiche, relazionali o anche riguardanti cose più materiali.

Sri Ganesha (Śrī si utilizza come prefisso per attribuire importanza) lo si invoca e prega ogni mattina per “spianare” le difficoltà della giornata. Lo si fa anche in occasioni particolari come prima di intraprendere un viaggio, prima di una cerimonia o di un incontro di lavoro.

È allo stesso tempo fondamentale però ricordare che l’aspirazione di ogni induista dovrebbe essere di natura spirituale. Sri Ganesha ha l’immenso compito, ma anche l’enorme potere, di rimuovere gli ostacoli spirituali dal cammino di tutti coloro che lo chiedono con sincerità e fervore (Tapas) e che si impegnano nel renderlo possibile.

Ganesha Chaturthi

In questi giorni si celebra l’annuale festa a Ganesha denominata Ganesha Chaturthi. Si predispongono cerimonie private e pubbliche, indossano gli abiti tradizionali e si prepara la pooja con le offerte di cibo per venerare il potente dio delle piccole cose.

È di certo tra le tradizioni la più sentita in India, in cui si celebra la nascita del dio. La si festeggia ogni anno il quarto giorno dopo la luna nuova del mese di Bhadrapada (20 agosto – 23 settembre circa) e dura dai 5 ai 10 giorni.

Un antico mantra proveniente dai Veda esprime tutta la venerazione a Ganesha [vedi Rg Veda 2.23.1], ma più semplicemente si può ripetere il mantra “Om gan ganapataye namaha”.

Qualsiasi fede si segua o se non se ne segue nessuna, un pensiero a colui che aiuta a superare gli ostacoli nel cammino può essere una buona pratica.

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